Manifesto per il Mediterraneo

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Da Velia un Manifesto per il Mediterraneo

Solo un sito archeologico?

Il viaggiatore – appassionato di archeologia, cultore di antichità o amante della filosofia – scopre il sito archeologico di Elea-Velia quando, discendendo il corso dell’Alento, scorge la torre medievale che sorveglia quelle mura e quelle pietre; ogni giorno con la stessa cura, con la stessa devozione. Cura e devozione perché la torre conosce la storia di quelle pietre ancor prima che diventassero mura e selciato, ancor prima di essere Porta. E così, già da lontano, il viaggiatore vede, in quei massi ciclopici che chiudono Velia alla disordinata vita quotidiana che sta intorno, un brulicare di vita precedente, un lavorìo di secoli, una incessante ricerca dell’equilibrio giusto fra ciò che sta dentro e ciò che sta fuori da quelle mura; fra il costruito, che è tutto nelle mura, ed il naturale, che è fuori dalle mura ma vive di una profonda unità con la parte interna. L’equilibrio della città, la forma della sua bellezza, la sua qualità estetica vivono nelle abitazioni e negli edifici pubblici quanto nei campi e nei boschi che la circondano, nelle cave da cui mani esperte estraggono massi che sono cunei e blocchi per edificare le porte della città e nei fiumi che alimentano l’acquedotto e i canali di irrigazione, nelle strade e nei cortili come nella macchia rigogliosa che ricovera gli animali selvatici e nutre gli addomesticati. Le abitazioni del V secolo a.C. e le tombe del III secolo, le terme romane e la casa degli affreschi, la magnifica Porta Rosa sembrano costruite dalla stessa mano che ha tracciato corsi d’acqua, innalzato colline e scavato gole. Ogni cosa è al suo posto, nella terra di Velia.

Un “mare” di siti archeologici

Ma non basta, a Velia ogni cosa apre lo sguardo del viaggiatore su mille altre città che furono civili e regalarono al mare un’anima sola che visse lungo i secoli e che ancora oggi è vitale nei mille siti archeologici sparsi lungo le sponde del Mediterraneo. E l’unità della terra di Velia diventa unità Mediterranea: “dal primo ulivo che si incontra da nord alla prima palma che si incontra verso sud” tutto si ricompone nel mosaico sapiente disegnato dalle colonie greche. Tutto torna alla sua originaria unità e il viaggiatore, nelle mura e nelle pietre, ritrova la trama che tiene, dopo secoli passati in conflitti, la ragione comune di chi vive lungo le sponde del Mediterraneo. Una trama fitta e complicata fra città disseminate lungo l’intero arco disegnato dal Mediterraneo, fra colonie e città madre, fra colonie di diversa provenienza o della stessa origine. Tutte prospere grazie alle fiorenti relazioni commerciali; tutte costruite in armonia con la bellezza dei luoghi circostanti fino a disegnare l’unità paesaggistica; tutte capaci di darsi un sistema di leggi adeguato; tutte attratte dallo studio della filosofia.

Un Manifesto per il Mediterraneo

1.I beni relazionali sono la fonte primaria della ricchezza e del benessere di un popolo e rappresentano l’antidoto all’isolamento ed alla marginalità. Potenziare il sistema delle relazioni equivale, perciò, a creare le condizioni di un generale miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni che vivono in contesti marginali. Prioritario è l’impegno per favorire gli scambi e, in tal senso, i sottoscrittori decidono di: Adottare ogni strumento reso disponibile dal progresso tecnologico per promuovere la trasparenza in tutti i comportamenti sia privati che pubblici che abbiano rilevanza di natura pubblica; Ridurre atteggiamenti e comportamenti che ostacolano la formazione di relazioni e, in tal senso, evitare il ricorso ad approcci che privilegiano la riservatezza in favore di pratiche aperte a tutti e nel corso delle quali tutti possono intervenire con pari dignità;

– Favorire lo scambio di pratiche ed esperienze per migliorare il clima sociale e stabilizzare le relazioni fra i popoli mediterranei

2. Il paesaggio è il patrimonio materiale più importante lungo le rive del Mediterraneo. Le colonie greche vivevano della continuità fra centro abitato e aree circostanti, la Chora rappresentava l’unità della città con le sue pertinenze. Ne consegue una continuità fra casa, città e ambito rurale che vincola ogni abitante ad avere la stessa cura per l’intero contesto in cui vive. Prioritario è l’impegno a conservare e valorizzare il paesaggio e i sottoscrittori decidono: Evitare il ricorso a pratiche che compromettono l’integrità del paesaggio; Promuovere un uso del suolo sostenibile ed armonico; Conservare le varietà naturalistiche e la biodiversità; Promuovere lo studio delle aree archeologiche e delle loro pertinenze per ricomporre l’originaria unità paesaggistica fra centro abitato e pertinenze delle città.

3. Le Buone Leggi rappresentano le basi della civile convivenza e quando una città diventa famosa per la qualità delle sue Leggi significa che è riconosciuta universalmente come patria ideale. Tutti vorrebbero viverci. Prioritario è l’impegno ad adottare e diffondere la cultura della legalità e i sottoscrittori decidono: Rispettare le Leggi esistenti; Impegnarsi in favore di Leggi che, sempre più, garantiscano la pace, la salute, il benessere comune, la tolleranza, le libertà individuali nel rispetto della comunità, il merito dei singoli e la dignità delle condizioni di vita di tutti, il diritto alla cultura ed alla informazione libera.

4. Il metodo scientifico è nato dalla filosofia nel Mediterraneo. Riappropriarsi del metodo scientifico equivale a ritrovare le ragioni della comune identità mediterranea. La filosofia appartiene alla tradizione dei popoli mediterranei ed è un connotato peculiare dell’animo stesso delle genti che vivono sulle rive del Mediterraneo. Prioritario è l’impegno a coltivare e tenere viva la tradizione filosofica e ad adottare il metodo scientifico come criterio per le scelte future; i sottoscrittori decidono: Promuovere lo studio della filosofia e diffondere la conoscenza; Confrontare liberamente le tesi a sostegno di differenti opinioni. Perché il Mediterraneo è la nostra Patria. Noi ci impegniamo a diffondere la conoscenza all’interno delle nostre organizzazioni e reti relazionali di questo Manifesto.[/fusion_text]